Nel 2007 ho avuto la fortuna di vivere il campo di regata della 32 America’s Cup a Valencia come commentatrice tecnica per l’emittente televisiva La7, una delle edizioni più “popolate” con 12 team in acqua.

Erano i tempi in cui il grinder ancora girava le manovelle per regolare le vele (issare o ammainare lo spinnaker con il suo lungo e complesso tangone), mentre oggi lo stesso grinder gira le manovelle per generare la pressione idraulica necessaria al funzionamento dei comandi di bordo!

Una spedizione durata 4 mesi con una troupe di 70 persone e 12 team di Coppa America in mare e non solo.

Ricordo ancora la fatica di trasmettere dal mare, avevo con me uno zainetto di 2 kg circa, con dentro un trasmettitore e nonostante ciò la linea cadeva di continuo. Certamente oggi con tutta la tecnologia che abbiamo a diposizione sarà sicuramente più facile.

Tutti noi giornalisti e commentatori provenienti da tutto il mondo, eravamo su un’unica grande barca a motore dalla quale vedevamo le imbarcazioni manovrare davanti a noi. Dovevamo anticipare e intuire la tipologia di vela la manovra e i salti di vento, in certi momenti mi sentivo Mago Zurlì.

In tutto ciò mentre ero presa dal capire la sostituzione delle vele e intuire le manovre dovevo anche intervistare il vip di turno che dovevo avvistare e… una caccia continua.

La cosa che mi ha colpito di più è stata vedere e vivere la trasformazione di Valencia che in quel periodo, da città quasi anonima, è diventata la capitale della vela con un’atmosfera di fervente cambiamento che ha contagiato tutti noi con un’energia positiva.

Un caso concreto di come un evento sportivo possa valorizzare un territorio con oltre 6 milioni di visitatori.

Era pieno di aziende sponsor per ciascun team che organizzavo eventi ad hoc per i propri stakeholder, altre che sfruttavano la manifestazione per accrescere la loro brand awareness, il villaggio era un pullulare di gente ed eventi.

In aggiunta vedere le basi “quartier generale” di ciascun team sempre in fermento giorno e notte ti faceva capire che lavoro di squadra c’era dietro tra i regatanti e lo shore team a terra che di notte ottimizzava le imbarcazioni e le vele su suggerimento del team di velisti.

Finalmente la Coppa America ritorna nel Mediterraneo, nella splendida cornice di Barcellona, a settembre e ottobre 2024, sarà un’occasione unica da non perdere per tutte quelle aziende che vogliono inserire un’attività di comunicazione legata alla sostenibilità, alla vela e al valore della squadra. Non solo oggi gli AC75, i cosiddetti monoscafi volanti visti nell’ultima edizione Auckland 2021, sono barche estremamente tecnologiche e innovative e anche questo aspetto ben si lega al mondo aziendale che ha vissuto una trasformazione digitale storica in questi ultimi anni.

Le similitudini tra i due mondi sono infinite, infatti, ogni regata è un progetto e ciascun progetto è una regata.

Cristiana Monina