Chissà perché fin da piccoli percepiamo l’errore come una vera e propria sconfitta a scuola, nel gioco, all’università, nella pratica sportiva, al lavoro, con il rischio di incidere sulla nostra autostima e sul modo in cui affrontiamo le situazioni. Eppure nella vita la maggior parte dei grandi successi vengono da episodi di momentaneo fallimento, come testimoniano sportivi, scrittori, artisti, giornalisti, star, imprenditori, studenti, gente comune, compresi i manager e i dipendenti di aziende che salgono a bordo spesso affetti da e dunque da stress, demotivazione, ansia da prestazione e competizione, forte individualismo, stress.

Nel distratto e complesso mondo del fare a tutti i costi, rincorrendo la perfezione e il tempo in nome della produttività, del fatturato, degli azionisti e della conservazione del posto di lavoro, attraverso la formazione in barca a vela la cultura dell’errore diventa un metodo con cui alleniamo le persone a livello individuale e in team a sentire, riconoscere, accettare, analizzare, gestire, comunicare, superare, cavalcare l’errore come opportunità, non più come emozione svalutante, ma come emozione abilitante, in grado di rafforzare la personalità e l’identità individuale e di team.

  • In barca a vela, durante una competizione, un match race, una regata, un errore diventa evidente, tangibile, chiaro, non conosce vie di fuga!
  • In barca a vela, soprattutto in una competizione, bisogna essere veloci, trovare immediatamente i tempi di recupero e di coesione, il ritmo giusto per andare avanti, senza fermarsi a dare la colpa o a criticare l’altro, concentrandosi sui punti di forza, sull’obiettivo, per evitare che la barca vada in stallo.
  • Un errore, una distrazione in barca a vela è spesso attribuibile a un gap nella comunicazione e nell’ascolto, sia quando ciascuno è concentrato solo sul proprio compito, sia quando si perde tempo a controllare ciò che fa l’altro, perdendo di vista il significato del ruolo, la responsabilità per l’obiettivo comune.
  • Un errore commesso in barca a vela attraverso i costanti debriefing viene riconosciuto, condiviso, analizzato, decodificato come opportunità, imparando a eliminare sensi di colpa e paura di sbagliare, ma soprattutto abbattendo i silos individuali.

L’errore, solitamente nascosto, temuto, sottovalutato, punito, giustificato, tollerato sul posto di lavoro, in barca a vela diventa uno strumento di crescita e cambiamento, che si ripercuote sulla cultura aziendale, sulle capacità cognitive ed emotive delle persone che ne fanno parte, sullo stato di salute e sicurezza dell’ambiente di lavoro.