Nuovi format e benefit per sponsor piccoli e grandi che, grazie alla vela, ”navigano” verso nuovi orizzonti di marketing e di comunicazione.

La ripresa si rinforza e le aziende tornano a investire sulla vela, un veicolo eccezionale per trasmettere valori, incontrare persone e sviluppare business, insomma uno sport in grado di trasmettere in modo deciso e preciso una serie di valori: progresso tecnologico, competizione, libertà, fair play ed ecologia.

E anche per questo sono sempre di più e sempre più varie le aziende che decidono di sostenere una disciplina in crescita. Se prima erano solo quei pochi grandi eventi, dalla Coppa America alla Volvo Ocean Race (che tuttora attraggono comunque fior fiore di sponsor), ora a muovere il mercato delle sponsorizzazioni veliche in Italia sono tanti piccoli e medi eventi o circuiti, concepiti ad hoc per gli interessi relazionali e commerciali di aziende attive in mercati più circoscritti. Vale la pena raccontare il caso della LIV-Lega Italiana Vela, che dal 2015 realizza un campionato italiano per club con la formula delle brevi regate di flotta su imbarcazioni di 7 metri monotipo (velocissime e tutte uguali fra loro), spettacolari e facili da seguire anche dalla costa non solo a vista ma anche da maxi schermi con il live tracking, arbitraggio dall’acqua, cambi equipaggio direttamente in mare grazie a gommoni e battelli di appoggio messi a disposizione dall’organizzazione per velocizzare le procedure ed evitare che l’attenzione del pubblico e la concentrazione dei concorrenti cali tra una manche e l’altra.

“Si tratta di un nuovo modo di regatare, a competere sono 40 club associati, ognuno con il proprio equipaggio e il guidone sociale come forte identificativo della squadra – spiega Cristiana Monina, founder della omonima Nautica Events Development – I migliori team del campionato italiano accedono poi alla Sailing Champions League, una sfida tra club a livello continentale. Insomma, la LIV crea una vera e propria sfida tra i guidoni delle società, analoga a quella calcistica. Il suo potenziale di marketing è alto anche in virtù del format innovativo: i benefit per gli sponsor sono molteplici e vanno dalla visibilità istituzionale su barche, attrezzature, vele, bandiere e abbigliamento degli equipaggi in acqua fino a tutta una gamma di attivazioni e iniziative PR per fare networking a terra”.

Il contatto diretto con il pubblico è oggi l’obiettivo di tutte le aziende che investono in sponsorizzazioni e, grazie alle regate LIV, oggi esse hanno la possibilità, di accedere al portafoglio contatti dei club – formato per lo più dai soci e dai loro familiari e amici – un target profilato e prezioso soprattutto per quelle società che operano in mercati emergenti o di nicchia. E veniamo ai numeri della LIV: a margine dei campionati italiani appena conclusi al Club Nautico Crotone (prima quello assoluto e poi l’analogo giovanile), l’entourage LIV ha un seguito pari a 30.000 persone su Facebook, 10.000 su Twitter e quasi 130.000 visualizzazioni video. Per ampliare ulteriormente il suo potenziale in termini di marketing e comunicazione, è stato creato quest’anno il circuito Under 19, che coinvolge i giovani emergenti di ogni club in un format identico a quello riservato agli equipaggi senior, con un calendario agonistico che vede gli eventi giovanili a ridosso di quelli assoluti (oggi più conosciuti). Il perché di questa scelta? “L’apertura ai velisti juniores – spiega Roberto Emanuele De Felice, presidente LIV – è stata introdotta innanzitutto per valorizzare le scuole vela dei club e per invogliare i ragazzi a proseguire l’attività velica che, dopo le derive, dovrebbe prevedere un impegno sulle barche d’altura e sui monotipi. Con questo meccanismo, ogni circolo velico affiliato favorisce il ricambio generazionale attraverso lo spirito di squadra e di emulazione che lega, durante gli eventi LIV, i grandi velisti alle giovani leve,creando solidarietà e orgoglio di appartenenza a una squadra di club, accomunati tutti dal guidone che sventola sulla bandiera a poppa delle imbarcazioni durante le gare”.